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domenica 26 ottobre 2025

FONDATORI DI COLONIE: QUANDO LA STORIA DIVENTA UN’IMPRESA COLLETTIVA

 Un’esperienza di Project Based Learning sull’età arcaica greca per la scuola superiore


Nella scuola di oggi si parla spesso di “didattica attiva”, ma troppo spesso lo si fa in modo superficiale. La lezione frontale si traveste da laboratorio, si aggiunge un PowerPoint o una “ricerca”, e il gioco sembra fatto. In realtà, un vero cambiamento metodologico richiede un passo ulteriore: non far fare qualcosa agli studenti, ma farli essere qualcosa. Ed è proprio questa la logica del progetto “Fondatori di Colonie”, un percorso di Project Based Learning pensato per una classe prima di liceo e incentrato sull’età arcaica greca.

Gli studenti, anziché limitarsi a studiare cause e conseguenze della colonizzazione greca, diventano essi stessi oikistai, fondatori di una nuova colonia. Un cambio di prospettiva radicale: la storia non si racconta, si vive.

Il cuore del progetto è semplice e potente: gli studenti devono fondare una colonia greca scegliendone il sito, organizzandone l’economia, disegnandone la planimetria e scrivendone la costituzione politica. In pratica, costruiscono una polis da zero, con tutti i dilemmi, le scelte e i compromessi che questo comporta.

Questo approccio costringe ogni gruppo a pensare come un cittadino, non solo come uno studente. Le domande diventano improvvisamente reali: chi potrà essere cittadino? Come si eleggono i magistrati? È più stabile una monarchia o una democrazia? E cosa succede agli stranieri, agli schiavi, alle donne?

In questo modo la storia antica si intreccia in modo organico con l’Educazione Civica: la riflessione sui diritti, le forme di governo, la legalità e la giustizia nasce da un’esperienza concreta, non da un dettato teorico. È lo stesso spirito della Legge 92/2019, ma incarnato in un percorso che gli studenti sentono proprio.

Il progetto si articola in fasi, dal reclutamento dei “coloni” alla presentazione finale davanti all’assemblea della madrepatria. Ogni gruppo sceglie la propria polis madre, individua un territorio da colonizzare, disegna la città, scrive le proprie leggi e infine difende pubblicamente le proprie scelte.

LINK all'intervista immaginaria a un colono greco 

Il lavoro è accompagnato da schede operative strutturate e da un diario di bordo che documenta il percorso, le decisioni, le fonti consultate e le riflessioni critiche.



Gli studenti imparano a lavorare come un’équipe di esperti, suddividendosi ruoli e responsabilità: geografi, urbanisti, legislatori, storici, portavoce. Ogni decisione dev’essere motivata e documentata. Nulla è lasciato al caso: la coerenza storica è una condizione, non un ornamento.

Ma accanto al rigore c’è spazio per la creatività. C’è chi realizza planimetrie digitali, chi costruisce modellini tridimensionali, chi scrive inni o decreti solenni. È la libertà entro i confini del metodo storico a rendere il percorso così coinvolgente.

Dietro la simulazione storica si nasconde un poderoso lavoro di costruzione di competenze trasversali.

  • Competenze storiche e disciplinari: comprendere le cause della colonizzazione, analizzare fonti, usare il lessico tecnico, contestualizzare fenomeni.

  • Competenze di cittadinanza: riflettere sui diritti, sui doveri, sulle forme di governo, elaborare una costituzione.

  • Competenze sociali: collaborare, discutere, negoziare, prendere decisioni condivise.

  • Competenze digitali: produrre materiali multimediali, costruire mappe, selezionare fonti attendibili.

  • Competenze comunicative: esporre, argomentare, difendere le proprie scelte in pubblico.

È un progetto che porta la scuola nella direzione giusta: non quella della semplificazione, ma quella della profondità operativa. Gli studenti non memorizzano informazioni: le usano, le mettono alla prova, le trasformano in decisioni.

Anche la valutazione cambia forma. Accanto al voto finale, gli studenti compilano schede di autovalutazione, riflettono sul proprio contributo al gruppo e discutono apertamente i punti di forza e le criticità. È un modello che restituisce dignità cognitiva all’apprendimento: si impara a riflettere non solo su ciò che si sa, ma su come lo si è imparato.

Il risultato? Un apprendimento duraturo, consapevole e autentico. Non una sequenza di date e nomi, ma una comprensione viva del mondo greco e delle sue eredità.

“Fondatori di Colonie” funziona perché ribalta il paradigma tradizionale della lezione di storia: gli studenti diventano soggetti attivi di un’esperienza che richiede analisi, creatività e responsabilità. È una forma di apprendimento che unisce il rigore del metodo storico al dinamismo della progettazione cooperativa.

La storia, in fondo, non è solo un elenco di fatti passati: è una palestra per comprendere il presente. Quando i ragazzi scrivono la costituzione della loro colonia, stanno inconsapevolmente esercitando lo stesso pensiero civico che serve per leggere e comprendere la Costituzione italiana.

E così, nel gioco serio del PBL, la storia antica diventa un laboratorio di democrazia.
Un luogo dove la memoria del passato forma cittadini capaci di costruire — non solo colonie, ma futuri consapevoli.

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