Mi piace insegnare e ho la fortuna di farlo da sempre ai miei studenti e da alcuni anni ai colleghi docenti (eh...l'esperienza conta e vuol dire che ci sono gli anni, ahimè!). Mi interessa tutto quello che riguarda l'insegnamento blended o totally online. Studio e approfondisco queste modalità didattiche in autonomia. Dai miei studi ho intenzione di scrivere un opuscolo per i docenti, da pari a pari.
Elenco blog personale
lunedì 26 novembre 2018
sabato 24 novembre 2018
venerdì 23 novembre 2018
IL BUON VECCHIO COLLOQUIO
Per valutare gli studenti non necessariamente si deve ricorrere ai test: un colloquio informale spesso rappresenta un'opzione migliore.
La valutazione orale può causare ansia sia agli insegnanti che agli studenti. Tuttavia molti di noi sanno che la valutazione non deve essere essere temuta, perché semplicemente aiuta a capire dove si è collocati in termini di apprendimento, e quindi di insegnamento, in modo da poter pianificare i passi successivi.
La valutazione orale può causare ansia sia agli insegnanti che agli studenti. Tuttavia molti di noi sanno che la valutazione non deve essere essere temuta, perché semplicemente aiuta a capire dove si è collocati in termini di apprendimento, e quindi di insegnamento, in modo da poter pianificare i passi successivi.
3 SUGGERIMENTI PER L'UTILIZZO DEL COLLOQUIO PER LA VALUTAZIONE
1. Preparazione per il colloquio: nella pianificazione delle conversazioni per valutare l'apprendimento degli studenti, è necessario prevedere un elenco di domande intenzionali per chiedere agli studenti di assicurarsi che si stiano verificando le proprie conoscenze.
Domande generiche come "Che cosa stai imparando?" E "Dimmi di più su questo argomento" sono utili per far parlare lo studente. Passando a domande e richieste più specifiche, si può iniziare esaminando gli obiettivi di apprendimento nell'unità e creando domande che si collegano a quegli obiettivi di apprendimento e a qualsiasi altro obiettivo esplicito stabilito.
Meglio ancora calibrare le domande. Per esempio si può iniziare con domande su obiettivi e capacità di pensiero più semplici: "Che cosa hai notato in ...?" o "Condividi ciò che il personaggio ha fatto quando ..." , per poi spostarsi verso domande di pensiero di ordine superiore come "Perché pensi ...? " o " Cosa pensi che succederebbe se ...?". Questo consente anche agli studenti di rendersi conto chiaramente dei diversi livelli di apprendimento che si vogliono valutare. È importante sapere che cosa si vuole valutare e avere gli obiettivi in mente mentre si pongono domande e si ricerca il pensiero degli studenti.
È importante ribattere allo studente come un modo per mostrare che si sta seguendo e per consentirgli di chiarire la risposta se non era comprensibile o se era eccessivamente semplificata o del tutto errata.
2. Scegliere tra valutazione formale e discreta: ci sono molti modi di usare i colloqui per verificare la comprensione. A volte osserviamo gli studenti e ci impegniamo in una conversazione informale: questa non è invadente e non interrompe il processo di apprendimento. Quando valutiamo in modo non invadente, gli studenti non sanno di essere stati valutati, quindi questa è un'esperienza a basso rischio.
Possiamo scegliere di rendere la valutazione più invadente: in questo scenario, interrompiamo il processo di apprendimento per verificare la comprensione degli studenti in modo più formale.
3. Documentare i progressi degli studenti: a volte lavorare con carta e matita è anche per un docente tecnologico il modo migliore per documentare l'apprendimento degli studenti. Mentre alcuni potrebbero pensare che questa è vecchia scuola e che prendere appunti su un laptop sia meglio, mi piace avere un semplice foglio di tracciamento davanti a me mentre ho un colloquio con uno studente. Quando ho un computer, potrei concentrarmi sull'immissione dei dati piuttosto che sull'ascolto dello studente.
Uno strumento di documentazione mi consente di raccogliere rapidamente i dati in modo da non distrarre o sminuire la conversazione significativa.
Si tratta di forme di documentazione veloci che non richiedono molte annotazioni. Se fin dall'inizio si hanno chiari gli obiettivi di apprendimento che si vogliono verificare, è sufficiente un semplice segno di spunta a una check list piuttosto che lunghe note o giudizi discorsivi.
Invece di essere ossessionati dal pensiero che una valutazione debba essere un grosso problema, possiamo usare i colloqui per valutare gli studenti con basso stress e a basso rischio. Possiamo scegliere di rendere tali conversazioni formali o informali, ma dovremmo arrivare ai colloqui pronti a porre agli studenti le giuste domande tarate sugli obiettivi da verificare.
Questo, naturalmente, non è niente di nuovo, è semplicemente un'affermazione di ciò che gli insegnanti già fanno. E' solo per ribadire che le conversazioni con gli studenti confermano che le relazioni sono importanti e possono portare a un migliore apprendimento dei nostri alunni.
martedì 13 novembre 2018
How can a collaborative project help me in my teaching?
Teaching is not an easy job, also because it oscillates between the consciously adopted strategies and established practices and habits, which derive from our character and our experience.
I believe that a right mediation, inspired by common sense, is the right way.
In teaching I attach great importance to the relationship with the students, towards whom I strive (wishing to succeed) to be authoritative, with episodic encroachments in the maternal (more in the relationship with the individual than with the class group) and in the authoritarian (errare humanum est).
I believe a lot in the involvement and in the collective participation, the class group that confronts, collaborates, mistakes, corrects, grows, even in moments of verification that become, in this way, verification of the path that the class is making.
An aspect I am still not satisfied is the evaluation: I know very well that it is fundamental, both for the pupil's growth and to calibrate our work and adapt it to the needs and needs that emerged, but psychologically I live badly, perhaps because I can not consider it a judgment of the pupil himself, rather than his path, as it should be.
sabato 3 novembre 2018
Analisi in tempo reale e valutazione formativa
Nei sondaggi
sui bisogni formativi dei docenti è sempre più richiesta una riflessione sui
temi della valutazione. Vero è che valutare è compito difficilissimo,
sicuramente richiede di essere in qualche misura degli studiosi dedicati, perché non ci si può improvvisare valutatori né ridurre la
questione alla produzione di griglie o rubric, come se il passaggio dalle une
alle altre risolvesse davvero i problemi.
Valutare gli
studenti è diventato ancora più complicato da quando si sono diffusi i test, in
cui la portata dell'apprendimento e dell'insegnamento sembra coincidere solo
con ciò che può essere misurato. E quando i risultati di test
standardizzati vengono percepiti come termini di misura di responsabilità, troppo spesso si
genera una catena di incentivi perversi in tutto il sistema educativo, per cui
le prestazioni del test possono diventare più desiderabili delle più sostanziali
esperienze di apprendimento.
Ma la
valutazione è molto di più dei risultati dei test standardizzati, pure necessari per altri versi e altri scopi. Affinché la nostra pedagogia possa
progredire e le cosiddette abilità del ventunesimo secolo producano gli
effetti attesi, abbiamo bisogno di metodi affidabili per monitorare la
conoscenza e la comprensione degli studenti - per quanto ne siamo capaci - e di
intervenire sui processi immediatamente. Abbiamo bisogno di una
valutazione formativa.
La
valutazione formativa è, per prendere a prestito da Dylan Wiliam, un insegnamento reattivo. L'apprendimento
è ottimizzato quando gli studenti ricevono un feedback sui loro processi
mentali. Il feedback dovrebbe essere istantaneo e attuabile, regolare e
accurato. Nessuna singola valutazione porta il giudizio o la pressione di
un esame ad alta posta in gioco. La valutazione formativa non
riguarda il voto o il livello, piuttosto rappresenta un supporto agli studenti
per riflettere attivamente durante il loro apprendimento. Si
concentra sul processo e sull'affinamento di conoscenze e abilità. L'alta
posta in gioco e i meccanismi perversi degli esami lasciano il posto a una
guida pratica su cosa fare per migliorare. La valutazione formativa segna
un cambiamento dalla valutazione di apprendimento
alla valutazione per l'apprendimento.
Come da anni cerco di
sostenere, il mezzo digitale è un valido alleato per questo tipo di
valutazione. Ciò non vuol dire che i prodotti digitali sostituiscano
l'osservazione, il giudizio e il feedback degli insegnanti: niente e nessuno,
se non l’insegnante, può rilasciare il giusto feedback sugli elementi di
apprendimento più profondi e olistici. C'è, tuttavia, un corpus
significativo di conoscenze / abilità che gli studenti dovrebbero acquisire che si
presta alla valutazione formativa e può essere gestito dalla tecnologia.
Ad esempio
ci sono applicazioni che monitorano i comportamenti e gli input in tempo reale
e rispondono in base alle esigenze e alle necessità individuali. Per non
parlare degli ambienti di apprendimento collaborativi.
Un'esperienza
di apprendimento digitale ben progettata catturerà allo stesso modo gli
elementi del pensiero degli studenti e fornirà un feedback immediato per farli
andare avanti: più l’ambiente è intelligente, più il feedback sarà
personalizzato. Tale modalità enfatizzerà il miglioramento prima ancora
della prestazione, integrando gli insegnanti nel ciclo di feedback, rendendo
l'analisi immediatamente disponibile in modo che il giudizio possa far progredire l'apprendimento degli studenti.
Tra tanti,
il potenziale meno sfruttato dell'apprendimento digitale è proprio l'integrazione
di valutazione e apprendimento. Gli ambienti più ricchi riescono a sottendere
la valutazione nell'esperienza di apprendimento addirittura attraverso il gioco,
per cui mentre l’alunno immagina di giocare in mondi virtuali, neanche immagina le strutture di misurazione
sottostanti il gioco stesso. Ma l'apprendimento basato sul gioco, ahimè, è
ancora guardato con sospetto, sebbene il gioco possa essere un umile servitore
dell'apprendimento e dell'insegnamento.
Pur non esagerando ciò che la tecnologia può misurare, l'analisi
in tempo reale offre un enorme potenziale per consentire le valutazioni più pratiche e
alte. E se parlare di valutazione in questi termini può impressionare qualcuno,
possiamo sempre coniare una nuova espressiona: che ne dite di insegnamento
reattivo?
giovedì 1 novembre 2018
Un nuovo modello educativo: la Khan Academy
Salman Khan ha ricevuto riconoscimenti a livello mondiale per i suoi video su Khan Academy, che hanno dato il via a una discussione su come sfruttare l'apprendimento online nell'ambito dell'istruzione.
Tuttavia, la maggior parte della stampa fraintende la sua filosofia che è esposta nel suo nuovo libro "The one world schoolhouse". Mentre la tecnologia gioca un ruolo chiave nel raggiungimento della portata globale, questa è solo una piccola parte della sua visione per il futuro, nel senso che è piegata alle finalità della didattica invece di dirigerla.
Khan comprende la difficoltà di cambiare sistemi di grandi dimensioni ma non ha scritto un manifesto. Piuttosto, il libro è una miscela mozzafiato di aneddoti personali, una lezione di storia e l'esposizione di alcune idee molto dettagliate per il cambiamento. Dal momento che questo testo non ha ricevuto abbastanza attenzione, ne sintetizzo qui di seguito i principali passaggi.
Elimina le valutazioni in scala (A, B, C)
I bambini o capiscono un concetto o non lo fanno. È sbagliato prevedere una gradualità nella valutazione se alcuni concetti chiave non siano stati compresi.
Lascia che alunni di età diverse apprendano insieme
Piuttosto che cercare di insegnare lo stile della catena di montaggio, sarebbe il caso di fornire agli alunni le risorse per perseguire la conoscenza da soli. Ciò significa consentire ad alunni di età diversa di stare insieme e aiutarsi a vicenda. Gli studenti più grandi imparano ad assumersi responsabilità, i più giovani imparano dai più grandi e tutti agiscono con maggiore maturità.
Rimuovi i confini tra gli ambiti della conoscenza
Poiché la conoscenza è naturalmente connessa e i giovani hanno doni diversi, bisognerebbe lasciarli esplorare al proprio ritmo per scoprire le connessioni tra le conoscenze. Alcuni potrebbero voler approfondire un argomento tecnico, mentre altri potrebbero perseguire il pensiero aperto e la creatività.
Inverti l'ordine della lezione e dei compiti
Gli studenti dovrebbero potere guardare le lezioni a casa o nel loro tempo libero, quindi portare in classe le loro domande e i "compiti" per risolvere i problemi con i compagni e gli insegnanti.
Gestisci ambienti di apprendimento in team con altri docenti
Gli insegnanti dovrebbero affiancarsi e aiutarsi a vicenda in un'aula fisica e collegati attraverso il web con il resto del mondo. Sarebbe un bel punto di forza! Basta con le gelosie e le competizioni!
Usa l'estate piuttosto che sprecarla
Una vacanza di tre mesi ogni anno deruba gli studenti di slancio ed è per loro un motivo per disimparare. Sarebbe preferibile riservare le vacanze per quando un individuo ne ha effettivamente bisogno. In questo modo nessuno perderebbe mai una lezione perché tutti lavorerebbero al proprio ritmo. Le pause di ciascuno non arresterebbero l'intero sistema.
Segui i progressi
Utilizza strumenti che misurino i progressi degli apprendimenti:
- Un portfolio di lavoro per vedere cosa fanno gli studenti da soli
- Una narrazione pluriennale di ciò che lo studente ha imparato e in che modo
- Una registrazione della loro abilità e dell'impegno nell' aiutare gli altri
Ricorri a percorsi di ASL costruttivi
E' utile sviluppare relazioni con il mondo locale dell'impresa in modo che gli studenti possano sperimentare come la conoscenza viene utilizzata nel mondo reale e persino affrontare compiti più impegnativi.
Non confondere il possesso di un titolo con la padronanza dei contenuti del sapere e delle competenze
L'apprendimento avviene indipendentemente dalla capacità di una istituzione di distribuire un titolo finale. Se uno studente ha ricevuto un'ottima istruzione, non dovrebbe importare dove se la sia procurata. Esiste un apprendimento formale, ma si impara tanto anche in modo informale e/o non formale. Potrei sapere parlare inglese pur senza avere conseguito una certificazione, così come potrei avere conseguito una certificazione di livello alto pur senza sapere esprimermi o senza comprendere l'inglese.
Ciò che amo di questi esempi è il modo in cui uniscono conoscenza e abilità. Piuttosto che trattarli come termini che si escludono a vicenda, sottolineano come la conoscenza possa essere raggiunta attraverso l'abilità. Nella sua conclusione Khan affronta anche la questione della "creatività, può essere insegnata?".
Non pretende di avere questa risposta, ma crede che un apprendimento permanente possa esserne un giusto presupposto.
Il Sig. Khan riconosce i rischi di un modello "taglia unica", in particolare a livello globale. Quindi le sue proposte sono principalmente volte per aiutarci a capire che l'istruzione può avvenire in un modo molto diverso.
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