Nei sondaggi
sui bisogni formativi dei docenti è sempre più richiesta una riflessione sui
temi della valutazione. Vero è che valutare è compito difficilissimo,
sicuramente richiede di essere in qualche misura degli studiosi dedicati, perché non ci si può improvvisare valutatori né ridurre la
questione alla produzione di griglie o rubric, come se il passaggio dalle une
alle altre risolvesse davvero i problemi.
Valutare gli
studenti è diventato ancora più complicato da quando si sono diffusi i test, in
cui la portata dell'apprendimento e dell'insegnamento sembra coincidere solo
con ciò che può essere misurato. E quando i risultati di test
standardizzati vengono percepiti come termini di misura di responsabilità, troppo spesso si
genera una catena di incentivi perversi in tutto il sistema educativo, per cui
le prestazioni del test possono diventare più desiderabili delle più sostanziali
esperienze di apprendimento.
Ma la
valutazione è molto di più dei risultati dei test standardizzati, pure necessari per altri versi e altri scopi. Affinché la nostra pedagogia possa
progredire e le cosiddette abilità del ventunesimo secolo producano gli
effetti attesi, abbiamo bisogno di metodi affidabili per monitorare la
conoscenza e la comprensione degli studenti - per quanto ne siamo capaci - e di
intervenire sui processi immediatamente. Abbiamo bisogno di una
valutazione formativa.
La
valutazione formativa è, per prendere a prestito da Dylan Wiliam, un insegnamento reattivo. L'apprendimento
è ottimizzato quando gli studenti ricevono un feedback sui loro processi
mentali. Il feedback dovrebbe essere istantaneo e attuabile, regolare e
accurato. Nessuna singola valutazione porta il giudizio o la pressione di
un esame ad alta posta in gioco. La valutazione formativa non
riguarda il voto o il livello, piuttosto rappresenta un supporto agli studenti
per riflettere attivamente durante il loro apprendimento. Si
concentra sul processo e sull'affinamento di conoscenze e abilità. L'alta
posta in gioco e i meccanismi perversi degli esami lasciano il posto a una
guida pratica su cosa fare per migliorare. La valutazione formativa segna
un cambiamento dalla valutazione di apprendimento
alla valutazione per l'apprendimento.
Come da anni cerco di
sostenere, il mezzo digitale è un valido alleato per questo tipo di
valutazione. Ciò non vuol dire che i prodotti digitali sostituiscano
l'osservazione, il giudizio e il feedback degli insegnanti: niente e nessuno,
se non l’insegnante, può rilasciare il giusto feedback sugli elementi di
apprendimento più profondi e olistici. C'è, tuttavia, un corpus
significativo di conoscenze / abilità che gli studenti dovrebbero acquisire che si
presta alla valutazione formativa e può essere gestito dalla tecnologia.
Ad esempio
ci sono applicazioni che monitorano i comportamenti e gli input in tempo reale
e rispondono in base alle esigenze e alle necessità individuali. Per non
parlare degli ambienti di apprendimento collaborativi.
Un'esperienza
di apprendimento digitale ben progettata catturerà allo stesso modo gli
elementi del pensiero degli studenti e fornirà un feedback immediato per farli
andare avanti: più l’ambiente è intelligente, più il feedback sarà
personalizzato. Tale modalità enfatizzerà il miglioramento prima ancora
della prestazione, integrando gli insegnanti nel ciclo di feedback, rendendo
l'analisi immediatamente disponibile in modo che il giudizio possa far progredire l'apprendimento degli studenti.
Tra tanti,
il potenziale meno sfruttato dell'apprendimento digitale è proprio l'integrazione
di valutazione e apprendimento. Gli ambienti più ricchi riescono a sottendere
la valutazione nell'esperienza di apprendimento addirittura attraverso il gioco,
per cui mentre l’alunno immagina di giocare in mondi virtuali, neanche immagina le strutture di misurazione
sottostanti il gioco stesso. Ma l'apprendimento basato sul gioco, ahimè, è
ancora guardato con sospetto, sebbene il gioco possa essere un umile servitore
dell'apprendimento e dell'insegnamento.
Pur non esagerando ciò che la tecnologia può misurare, l'analisi
in tempo reale offre un enorme potenziale per consentire le valutazioni più pratiche e
alte. E se parlare di valutazione in questi termini può impressionare qualcuno,
possiamo sempre coniare una nuova espressiona: che ne dite di insegnamento
reattivo?
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