Elenco blog personale

venerdì 17 gennaio 2025

Non serve essere ovunque: come scegliere i social giusti per valorizzare il ruolo di docente

Torno su un argomento recentemente affrontato. Premetto di essere sempre stata una grande frequentatrice di social e che, in verità, ancora adesso frequento alcuni social, ma ho imparato a scegliere.

Viviamo in un’epoca in cui la narrazione dominante sembra essere: “Se non sei sui social media, sei tagliato fuori”. Questo messaggio viene ripetuto incessantemente non solo nel mondo del business, ma anche in quello educativo. Docenti, formatori e professionisti della scuola vengono spesso incoraggiati a costruire la propria “presenza online” per condividere idee, risorse e riflessioni. Ma la mia esperienza, sia come insegnante che come formatrice, mi ha insegnato che è possibile avere un impatto significativo ricorrendo moderatamente ai social media.

Insegnare è un mestiere di relazioni, non di numeri. La qualità del rapporto che instauro con i miei studenti, i colleghi e i docenti che formo è infinitamente più importante di qualsiasi interazione virtuale. I social media, per loro natura, tendono a semplificare e ridurre le relazioni a un click su “mi piace” o a un commento rapido. Ma le connessioni profonde, quelle che trasformano e ispirano, richiedono tempo, ascolto e presenza reale.

Quando conduco una formazione o una lezione, il mio obiettivo non è collezionare “visualizzazioni” ma suscitare riflessioni, stimolare domande e accompagnare la crescita. Questo tipo di impatto, per quanto meno visibile, è molto più significativo e duraturo.

Senza la pressione di pubblicare costantemente contenuti sui social, ho riscoperto il valore del tempo. Posso dedicarmi alla progettazione di percorsi formativi efficaci, studiare nuove metodologie didattiche e scrivere materiali che abbiano un impatto reale.

Ad esempio, piuttosto che cercare di catturare l’attenzione con un post veloce su una metodologia innovativa, posso approfondire quella metodologia, sperimentarla in classe e condividerne i risultati in contesti più mirati, come workshop o pubblicazioni dedicate.

Non essere sui social non significa rinunciare a condividere le proprie esperienze. Significa farlo in modi diversi, spesso più autentici e meno dispersivi. Comunico con i colleghi e i docenti che formo attraverso canali più diretti, come email, incontri in presenza o webinar strutturati.

Questi strumenti mi permettono di raggiungere persone realmente interessate, eliminando il rumore di fondo tipico delle piattaforme social. In questo modo, non devo preoccuparmi di inseguire l’algoritmo o di competere per l’attenzione in un flusso continuo di contenuti.

Essere docente e formatrice richiede un grande investimento emotivo e mentale. La gestione dei social media aggiunge un ulteriore livello di pressione: pubblicare regolarmente, rispondere ai commenti, tenere il passo con le tendenze. Tutto questo può facilmente portare al burnout.

Ho scelto di concentrarmi su ciò che per me conta davvero: essere una presenza significativa nella vita dei miei studenti e colleghi. Questa scelta mi consente di lavorare a un ritmo sostenibile, preservando energia e creatività per ciò che ha davvero valore.

Nel mondo digitale, il successo viene spesso misurato in termini di numeri: quanti follower hai, quante condivisioni ottieni. Ma questi numeri non sempre si traducono in un reale impatto educativo.

Per me, il successo come docente e formatrice è aiutare gli altri a crescere, ispirare nuove idee e sostenere l’apprendimento continuo. Questo tipo di successo non richiede la conferma di un “mi piace” o di un retweet: lo vedo nei progressi dei miei studenti, nei feedback dei docenti che formo, nelle collaborazioni che nascono spontaneamente.





Non sto suggerendo che tutti debbano abbandonare i social media. Per alcuni colleghi, queste piattaforme possono essere strumenti utili e potenti per condividere e apprendere. Ma credo sia importante sottolineare che non sono indispensabili.

Se senti che i social media sottraggono più di quanto diano, sappi che esistono alternative: costruire relazioni autentiche, approfondire il proprio lavoro, condividere in contesti più mirati. Come docente, ho scelto di focalizzarmi su ciò che conta davvero per il mio lavoro: la relazione educativa, l’innovazione didattica e la crescita personale e professionale di chi incontro nel mio percorso. Per me, è stata una scelta di libertà e di consapevolezza.

lunedì 13 gennaio 2025

La magia della sincronizzazione: quando tecnologia e comunicazione si incontrano!


🎯 La magia della sincronizzazione: quando tecnologia e comunicazione si incontrano!
Avete mai notato quanto possa essere affascinante vedere un avatar parlante muovere la bocca in perfetta simultaneità con le parole che pronuncia? 🤔
Non si tratta solo di un dettaglio tecnico, ma di una straordinaria combinazione di precisione algoritmica e realismo visivo. Ogni movimento labiale, ogni cambio di espressione contribuisce a creare un’esperienza immersiva e credibile, che riduce la distanza tra l'umano e il digitale.
💡 Perché è importante?
Comunicazione più efficace: un avatar realistico aumenta la comprensione del messaggio.
Interazione naturale: la perfetta sincronia rende l’esperienza meno artificiale.
Applicazioni infinite: questa tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui interagiamo nel mondo digitale. La cura nei dettagli, come la sincronia labiale, è ciò che trasforma un buon prodotto in un’esperienza straordinaria.
📢 E voi, avete mai utilizzato avatar parlanti? Quali sono le vostre impressioni su questa tecnologia? Scrivetelo nei commenti! ⬇️

mercoledì 25 dicembre 2024

Una specie di stanchezza sociale

Negli ultimi anni l'uso dei social media tradizionali sembra aver perso parte della sua freschezza iniziale. Spazi un tempo pensati per connettere e favorire lo scambio autentico di idee sono spesso diventati luoghi di esposizione personale, dove le interazioni si riducono a gesti convenzionali come un like o un commento superficiale, spazi in cui è facilissimo diventare popolari con poco ma in cui una caduta diventerebbe altrettanto irreparabile . Questa dinamica porta molti utenti a sentirsi intrappolati in cerchie ristrette, costantemente popolate dalle stesse persone, con un effetto di chiusura che limita la scoperta di nuove prospettive. A ciò si aggiunge il sovraccarico di contenuti che riempiono i feed, spesso irrilevanti rispetto ai propri interessi e tali da generare un senso di saturazione e stanchezza.

Questa situazione, tuttavia, può rappresentare un’occasione per riflettere sull’uso dei social e sperimentare piattaforme che offrano approcci diversi e più stimolanti. 

Tra queste, Twitter e Bluesky si distinguono per la loro capacità di aggregare utenti attorno a temi specifici e favorire discussioni in tempo reale. Grazie alla loro natura dinamica, permettono di seguire veri esperti, partecipare a dibattiti e accedere rapidamente a informazioni di valore, pur richiedendo un uso consapevole per non cadere nella frammentazione tipica del mezzo.

Parallelamente, LinkedIn è uno spazio ideale per chi desidera sviluppare relazioni professionali e accedere a contenuti mirati. Offre l’opportunità di ampliare il proprio network, interagire con figure rilevanti del proprio settore e partecipare a discussioni di qualità che arricchiscono la propria carriera. Medium, invece, è perfetto per chi cerca un ambiente focalizzato sulla condivisione di riflessioni e approfondimenti, in un formato che dà spazio a contenuti di valore piuttosto che alla superficialità del “sempre connessi”.

Strumenti come Discord rappresentano ulteriori alternative, grazie alla loro capacità di ospitare comunità tematiche dove il dialogo è più diretto e mirato, spesso favorendo una collaborazione attiva. Anche Reddit offre un’esperienza interessante: attraverso i suoi subreddit è possibile entrare in contatto con persone che condividono interessi comuni, partecipando a discussioni genuine e ben organizzate.

Io ho sempre frequentato ambienti social, ne ricordo alcuni davvero belli da abitare, ma di Facebook o Instagram sento la noia, continuo ad accedere 10 minuti al giorno, come anche su Tiktok, appena per capire, capire le tendenze, i gusti, le persone. Ma avverto un forte senso di nausea, specialmente della ricerca di like (ancora c'è chi pensa che significhino qualcosa?) o della mancanza di profondità, anche solo nella ricerca professionale.

 
Però non è un abbandono. Ripensare la propria presenza online non significa necessariamente abbandonare i social tradizionali, piuttosto diversificare le piattaforme in base agli obiettivi personali e professionali. Questo approccio non solo riduce la sensazione di stanchezza, ma permette di riscoprire il valore di connessioni più autentiche e di un tempo digitale ben speso. La vera sfida sta nel trasformare i social in strumenti che arricchiscono realmente le nostre vite.

martedì 24 dicembre 2024

Plagio o creatività? L’ arte del prompting per formare il pensiero critico

Con l’emergere dell’Intelligenza Artificiale (AI) come strumento cruciale nella formazione e nella didattica, è fondamentale per i docenti comprendere come interagire efficacemente con questi sistemi. La qualità delle risposte offerte da un modello di AI è strettamente legata alla qualità del prompt, ovvero della richiesta o comando iniziale fornito. E' quindi in sé una competenza saper costruire buoni prompt, distinguere i diversi tipi di prompt e conoscere alcune strategie di base di ingegneria del prompt. Questa pratica sviluppa competenze trasversali come la comunicazione, la creatività e il pensiero critico negli studenti. Pertanto occorre insistere che la preoccupazione diffusa tra molti docenti, impegnati più a riflettere sul dibattito legato al "plagio" e al "cheating" nell’utilizzo dell’AI che su come introdurre l'AI nella didattica in modo costruttivo, deve essere vinta.

Il prompt è il messaggio che forniamo a un modello di AI per ottenere una risposta. Può trattarsi di una domanda, un comando, una descrizione o qualsiasi tipo di input testuale. La chiarezza, la specificità e la struttura del prompt determinano direttamente la pertinenza e l'accuratezza della risposta dell'AI.

Per esempio, un prompt vago come “Parlami di scienza” porterà a una risposta generica e potenzialmente poco utile. Al contrario, un prompt più specifico, come “Spiega la teoria dell'evoluzione di Darwin in un linguaggio adatto agli studenti di scuola superiore”, guiderà l'AI verso una risposta mirata e utilizzabile in un contesto didattico.

Quindi, 

se voglio una risposta esaustiva, devo sapere cosa chiedere e sapere valutare ciò che mi viene poi restituito

Esistono diversi tipi di prompt, che possono essere utilizzati a seconda delle esigenze didattiche:

Prompt Informativi: Utilizzati per ottenere informazioni o spiegazioni su un argomento. Esempio: “Descrivi i principali eventi della Rivoluzione Francese”.

Prompt Creativi: Richiesti per generare idee, storie o contenuti originali. Esempio: “Scrivi un racconto breve ambientato in un mondo futuristico”.

Prompt Analitici: Utilizzati per analizzare un testo o un concetto. Esempio: “Analizza il significato simbolico del mare in 'Moby Dick'”.

Prompt Istruttivi: Finalizzati a fornire istruzioni passo-passo. Esempio: “Spiega come costruire un esperimento scientifico per dimostrare la legge di Archimede”.

Prompt di Supporto alla Valutazione: Usati per creare quiz, verifiche o valutazioni formative. Esempio: “Genera 10 domande a scelta multipla sulla Rivoluzione Industriale”.

L’ingegneria del prompt è l’arte di progettare richieste che ottimizzino le risposte dell’AI.

Un buon prompt avrà almeno queste caratteristiche:

Chiarezza: Un prompt chiaro elimina ambiguità e aiuta l'AI a comprendere meglio la richiesta. 

Specificità: Più dettagliato è il prompt, più pertinente sarà la risposta. Specificare il formato, il tono o il contesto è spesso utile.

Contestualizzazione: Fornire il contesto necessario per orientare l’AI verso una risposta adeguata al pubblico di riferimento.

Struttura: Un prompt ben strutturato è più facile da interpretare. L'uso di elenchi puntati o numerati può migliorare la leggibilità.

Iterazione: La revisione e il perfezionamento del prompt in base alle risposte ottenute sono fondamentali per raggiungere risultati ottimali.

L’utilizzo dell’ingegneria del prompt non è solo una competenza utile per i docenti, ma può essere anche un metodo efficace per sviluppare competenze trasversali negli studenti. Progettare prompt richiede infatti un’analisi attenta, creatività e pensiero critico, tutte competenze chiave nel contesto educativo contemporaneo.

Progettare un prompt efficace implica l’uso di un linguaggio chiaro e preciso. Ad esempio, gli studenti potrebbero essere invitati a creare un prompt per ottenere una spiegazione scientifica comprensibile ai bambini di dieci anni. Questo esercizio li aiuterebbe a migliorare le loro abilità di sintesi e comunicazione.

L’ideazione di prompt creativi stimola l’immaginazione degli studenti. Per esempio, si potrebbe chiedere loro: “Scrivi un prompt per generare un dialogo tra due personaggi storici su un tema attuale, come il cambiamento climatico”. Questo tipo di attività incoraggia gli studenti a esplorare connessioni insolite e a pensare fuori dagli schemi.

Creare prompt analitici richiede una comprensione profonda di un argomento e la capacità di individuare gli elementi essenziali da esplorare. Ad esempio, si potrebbe chiedere agli studenti: “Crea un prompt che spinga l’AI ad analizzare le cause e le conseguenze di un evento storico specifico, come la caduta dell’Impero Romano”. Questo tipo di esercizio li aiuta a sviluppare un pensiero critico e a riflettere sulle relazioni causa-effetto.

Uno dei timori principali dei docenti riguardo all’uso dell’AI è che gli studenti possano utilizzarla per "barare" o plagiare, copiando semplicemente le risposte generate. Tuttavia, è essenziale ridefinire questi concetti nel contesto dell'apprendimento digitale.



Come evidenziato nella slide, le modalità di utilizzo dell’AI possono variare notevolmente. Ad esempio:

Copiare direttamente la risposta generata dall’AI: Questo approccio può essere considerato cheating, poiché lo studente non elabora il contenuto.

Leggere, modificare e adattare la risposta: In questo caso, lo studente compie un passo verso l'elaborazione critica del contenuto.

Selezionare e migliorare parti di più risposte: Questo processo richiede analisi e creatività.

Utilizzare l’AI per feedback e revisione: Qui, l’AI diventa un partner per il miglioramento continuo, piuttosto che un sostituto del lavoro dello studente.

Consultare l’AI per ispirazione: Questo approccio è simile a consultare un’enciclopedia o altre risorse online.

Integrare contenuti propri con suggerimenti AI: Questa pratica dimostra una padronanza del contenuto e un uso strategico dello strumento.

Il ruolo del docente è fondamentale nel guidare gli studenti verso un uso etico e consapevole dell’AI.

Questo vuol dire:

Esplicitare le aspettative: Chiarire cosa costituisce un utilizzo accettabile dell’AI.

Chiarire il supporto richiesto all'AI: Incoraggiare gli studenti a riconoscere l’AI come fonte di supporto, non come autore principale.

Valutare il processo, non solo il prodotto: Prestare attenzione al percorso seguito dallo studente per arrivare al risultato finale.

Qualche consiglio...

  1. Sperimentare e apprendere: Non abbiate paura di sperimentare con diversi tipi di prompt. Ogni iterazione rappresenta un'opportunità per imparare e migliorare.

  2. Adattare i prompt al pubblico: Pensate sempre al destinatario finale delle informazioni. Se state progettando un prompt per studenti, assicuratevi che la risposta sia comprensibile e coinvolgente per loro.

  3. Utilizzare esempi e modelli: Includere esempi nel prompt può aiutare l’AI a fornire risposte più precise. Per esempio: “Crea una lezione come questa, ma focalizzata sul Rinascimento”.

  4. Richiedere feedback: Gli strumenti di AI possono migliorare anche attraverso il feedback dell’utente. Se una risposta non è soddisfacente, riformulate il prompt per chiarire meglio la richiesta.

Investire tempo ed energie nell'apprendimento dell'ingegneria del prompt può tradursi in risorse più efficaci, esperienze di apprendimento più coinvolgenti e un maggiore supporto alle attività educative.

L’AI non sostituisce il docente, ma lo affianca come strumento potente, sempre più efficace quanto più sapientemente viene utilizzato.

Riconsiderare il concetto di "plagio" e "cheating" alla luce di queste nuove pratiche ci permette di vedere l’AI non come un ostacolo, ma come un'opportunità per innovare i processi educativi e preparare gli studenti a un futuro sempre più digitale.




sabato 7 dicembre 2024

📚✨ La formazione efficace dei docenti richiede una visione chiara e coordinata. ✨📚

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La chiave? Conoscere a fondo il proprio stile di insegnamento. 🔍
✅ L’autoanalisi consente di identificare i punti di forza e le aree di miglioramento, rendendo la formazione mirata e significativa.
✅ Da questa riflessione nascono piani di crescita coerenti, che superano la frammentarietà delle iniziative isolate.
❌ Senza questa consapevolezza, si rischia di partecipare a corsi poco utili o scollegati dalle reali esigenze didattiche.
Riflettere su se stessi è il primo passo per trasformare la propria pratica educativa e rispondere con efficacia ai bisogni degli studenti. 🌟👩‍🏫
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domenica 1 dicembre 2024

Intelligenza Artificiale ed educazione civica: un’opportunità per la didattica con il Project-Based Learning (PBL)

Nel contesto educativo odierno, in cui le sfide globali, come il cambiamento climatico e la sostenibilità, richiedono una risposta pronta e innovativa, l'adozione di metodologie didattiche che promuovano il pensiero critico, la collaborazione e l’applicazione pratica delle conoscenze è fondamentale. In questo scenario, il Project-Based Learning (PBL) emerge come una metodologia particolarmente potente, che non solo stimola l’apprendimento attivo, ma fornisce anche agli studenti strumenti concreti per affrontare problemi reali. 

Un esempio di come il PBL possa essere applicato in modo efficace è l’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA) e sostenibilità urbana in un progetto scolastico.

Il PBL si distingue per la sua capacità di coinvolgere gli studenti in progetti complessi, che richiedono di risolvere problemi autentici e concreti. Questa metodologia promuove l’autonomia, la cooperazione e la riflessione critica. In un contesto educativo come quello delle scuole superiori, il PBL permette di superare i confini tradizionali delle discipline, integrando conoscenze e competenze provenienti da vari ambiti.

Nel caso di un progetto incentrato sull'IA e la sostenibilità urbana, gli studenti non solo imparano i concetti teorici legati all’intelligenza artificiale, ma li applicano a problematiche locali, collegandoli con l'agenda globale dell'Agenda 2030 (obiettivi 9 - 11 e 13). Questo approccio aiuta gli studenti a comprendere le implicazioni sociali, etiche e tecniche delle soluzioni tecnologiche proposte, stimolando la riflessione su come l'innovazione possa essere utilizzata per un impatto positivo sulle città e sulle comunità.

Il tema dell’IA applicata alla sostenibilità urbana è un campo particolarmente stimolante. Le potenzialità sono enormi: dall’ottimizzazione del traffico alla gestione dei rifiuti, fino al monitoraggio ambientale. L’intelligenza artificiale può analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, offrendo soluzioni immediate e scalabili ai problemi urbani più urgenti. Integrando questi temi in un progetto didattico, gli studenti sono chiamati a riflettere non solo sull’aspetto tecnico delle soluzioni, ma anche sul loro impatto sociale, economico ed ecologico.

Ad esempio, potrebbero analizzare come l’IA possa ottimizzare i flussi di traffico per ridurre le emissioni di CO2, o come il monitoraggio ambientale basato su sensori possa migliorare la qualità dell'aria e dell'acqua nelle loro città. In questo modo, l’insegnamento diventa multidisciplinare, abbracciando la tecnologia, la sostenibilità e le scienze sociali, temi fondamentali per la formazione dei cittadini di domani.

Implementare il PBL in un contesto come quello descritto porta con sé numerosi benefici e implicazioni didattiche, che meritano una riflessione approfondita.

  1. Apprendimento Attivo e Autonomo
    L’apprendimento attivo è una delle principali forze del PBL. Gli studenti non sono semplici destinatari di conoscenza, ma diventano attori del proprio processo di apprendimento. In questo caso, lavorando su un tema complesso come l’IA e la sostenibilità urbana, gli studenti sono stimolati a raccogliere dati, fare ricerca, discutere soluzioni e presentare proposte concrete. Ciò incoraggia un apprendimento profondo, che va oltre la mera memorizzazione di concetti teorici.

  2. Collaborazione e Comunicazione
    Un altro punto di forza del PBL è la dimensione collaborativa. I progetti, infatti, richiedono che gli studenti lavorino in gruppi, sviluppando competenze di comunicazione, negoziazione e problem-solving. Questi strumenti sono essenziali non solo nel mondo della scuola, ma anche nella futura carriera professionale degli studenti, che dovranno essere in grado di lavorare in team multidisciplinari e internazionali.

  3. Rilevanza e Applicazione Pratica delle Competenze
    Il PBL aiuta a dare rilevanza all’apprendimento, mostrando agli studenti come le competenze acquisite possano essere applicate per risolvere problemi concreti. Nel caso dell’IA, gli studenti non imparano solo i principi della tecnologia, ma anche come applicarla per contribuire alla sostenibilità delle loro città. Questa connessione con il mondo reale aumenta la motivazione e l’engagement degli studenti, che vedono in modo tangibile l’utilità di ciò che apprendono.

  4. Promozione del Pensiero Critico
    In un progetto come questo, gli studenti sono invitati a riflettere criticamente sulle implicazioni etiche e sociali dell’IA, affrontando questioni come il divario digitale, i bias nei dati e la trasparenza nei sistemi automatizzati. Tali riflessioni sono fondamentali per formare cittadini consapevoli e in grado di prendere decisioni informate in un contesto sempre più digitalizzato.

  5. Sviluppo di Competenze Trasversali
    Il PBL, soprattutto quando integrato con l'uso di tecnologie avanzate come l'IA, permette di sviluppare competenze trasversali, come la gestione del tempo, l’organizzazione del lavoro e la capacità di ricerca. Queste competenze sono cruciali per la crescita professionale degli studenti e sono altamente apprezzate nel mercato del lavoro.



Sebbene il PBL rappresenti una metodologia estremamente efficace, la sua implementazione richiede una pianificazione attenta, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse e il supporto agli studenti. Inoltre, l’uso dell’IA solleva importanti questioni etiche: come garantire che i dati raccolti siano utilizzati in modo responsabile? Come evitare che le soluzioni proposte amplifichino le disuguaglianze sociali? Queste sono domande che devono essere affrontate nel contesto del progetto, in modo da sensibilizzare gli studenti sull’importanza di sviluppare tecnologie etiche e inclusive.

In definitiva, l’introduzione del Project-Based Learning in un progetto che esplora l’intersezione tra Intelligenza Artificiale e Sostenibilità Urbana non solo prepara gli studenti ad affrontare le sfide del futuro, ma li coinvolge in un processo di apprendimento autentico e multidisciplinare. Questa metodologia, infatti, stimola il pensiero critico, la collaborazione e l’applicazione pratica delle conoscenze, fornendo agli studenti gli strumenti necessari per diventare cittadini e professionisti consapevoli e responsabili.

Per i docenti esperti, adottare il PBL in questo contesto rappresenta un’opportunità unica di innovare la didattica, integrando tematiche di grande rilevanza sociale con l’utilizzo delle tecnologie avanzate. Un'opportunità che, se ben guidata, può fare davvero la differenza nell'approccio degli studenti al mondo che li circonda.

Pur riconoscendo le enormi potenzialità del Project-Based Learning come metodologia di apprendimento, sento la necessità di riflettere ulteriormente sul suo impatto e sulle modalità di implementazione, anche in relazione a temi di grande attualità come la sostenibilità e l’etica. In particolare, sto ancora lavorando sul tema della sostenibilità urbana, che ritengo essere un argomento complesso e ricco di spunti, ma che richiede assolutamente il coinvolgimento di diverse discipline e un approfondimento continuo. Per questo motivo, quest’anno ho deciso di concentrarmi su un percorso che esplora la moda sostenibile, un tema che mi appassiona molto e che considero particolarmente rilevante per sensibilizzare gli studenti riguardo alle sfide ambientali e sociali del nostro tempo.

Ho già raccolto una serie di dati e suggerimenti da risorse esterne e da esperti del settore, ma sono consapevole che il coinvolgimento diretto degli studenti sarà essenziale per la riuscita del progetto.

Vorrei che gli studenti esplorassero il mondo della sostenibilità attraverso il design e la produzione di abiti, ma anche che riflettessero sull’impatto sociale e ambientale delle scelte nel settore della moda. L’idea è di stimolare una discussione sul consumo responsabile e sui modelli alternativi, come il riciclo e l’economia circolare.

Tuttavia, consapevole che la metodologia PBL richiede una visione interdisciplinare, intendo coinvolgere anche colleghi di altre materie: scienze, economia, storia e arte, per arricchire il progetto con prospettive diverse e per stimolare nei ragazzi una comprensione olistica dei temi trattati. Il confronto con altri docenti sarà utile anche per affinare l’approccio didattico, garantendo che gli obiettivi di apprendimento siano adeguati e che il percorso risulti stimolante per tutti gli studenti.

Credo che la moda sostenibile sia un ambito perfetto per applicare la metodologia PBL, poiché affronta una problematica concreta e di grande impatto, che richiede un approccio creativo e multidisciplinare. Sono molto motivata a vedere come gli studenti, lavorando in gruppo, riusciranno a tradurre le loro riflessioni e le loro idee in soluzioni pratiche, contribuendo a una discussione importante per il futuro del nostro pianeta.